L’Assunzione di Maria al cielo è una dogma di fede della Chiesa cattolica, secondo il quale Maria, madre di Gesù, al termine della sua vita terrena, andò in paradiso in anima e corpo.

La Pieve dell’Assunta è posta in posizione elevata, a ridosso del bosco proibito di Santa Maria e vicino al Piccolo Spedale , oggi sede della casa di riposo di Pieve.
Si hanno notizie della sua esistenza fin dal XII secolo e rappresenta una delle più significative costruzioni gotiche del Trentino.
Le sue forme attuali si devono a una ricostruzione quattrocentesca e a rimaneggiamenti successivi.
La disposizione della chiesa va da est a ovest. La facciata principale è molto severa: ravvivata da un elegante rosone e da un portale cinquecentesco. La lunetta che sovrasta l’entrata, riparata da un tettuccio ricoperto di “scandole”, è rifinita dalla stessa elegante cornice che sale lungo il portale. Vi è raffigurata una bella Madonna con manto azzurro accompagnata da due angeli racchiusi da un nimbo. Nella facciata a sud interessante è la presenza della meridiana, dalle linee essenziali, formata esclusivamente da uno gnomone e segnate su un arco le dodici ore in numeri romani.

Sulla parte opposta della facciata è ancora visibile, anche se molto stinto il colore, un grandioso San Cristoforo dalle misure giganesce. (alto 6 mt per una larghezza di 3 mt). Nel ‘900 si decise da aggiungere al corpo dell’edificio anche un abside entro cui verrà sistemato l’organo che prima era alloggiato sopra l’entrata principale.

Bello il campanile, alto 21,8 mt, sottile con cuspide gotica, dove si aprono quattro bifore e sopra queste altrettanti finestroni ovali fatti aprire nel 1855, quando fu posta la campana in ottava.
Verso la fine del XVII secolo con ogni probabilità fu edificata la sacrestia e l’apertura della finestra nella parte del presbiterio risale al 1772. Alcune lapidi funebri molto eleganti di pietra bianca ricordano tre parroci che qui svolsero il loro incarico e una ricorda l’ultima persona che qui fu sepolta, prima che con l’editto di Saint Cloude si vietasse la sepoltura sul sagrato e che si spostasse in altro luogo il cimitero.

L’interno è a tre navate, sostenuto da colonne cilindriche con volta a costoloni. Il battistero e il pulpito rinascimentale sono particolarmente curati.
L’altare maggiore in marmo è opera di anonimo veronese, mentre il tabernacolo è opera di Andrea degli Anzoli da Mei. La pala sopra la porta a sud rappresenta l’ascensione della Madonna ed è attribuita a Orazio Geiger.
Sopra la porta centrale risalta il gioco di colori del rosone formato da un giro di otto foglie, simbolo dell’infinito e della vittoria.