Articolo a cura di Maria e Mariano Avanzo

Tratto del notiziario semestrale L’Amministrazione Informa Comune di Pieve Tesino – dicembre 2019

BREVE STORIA DEL CIMITERO DI PIEVE TESINO

Come era uso, i cimiteri fin da tempi antichi si trovavano sul sagrato della Chiesa parrocchiale. Anche a Pieve il cimitero era collocato nella zona a sud della chiesa e si estendeva anche nello spazio dietro l’abside.

A testimonianza di ciò, sulla parete a sud dell’edificio ecclesiale è possibile vedere alcune eleganti pietre tombali.

Solo i parroci, e non tutti, venivano sepolti all’interno della chiesa. Quando la pavimentazione fu rifatta, nel 1860, l’allora arciprete con l’avallo delle autorità superiori, pensò fosse necessario interrare le tombe sepolcrali esistenti.

Ancora oggi si possono trovare cimiteri che sorgono nei pressi della chiesa, ma nella stragrande maggioranza dei casi fu deciso che si dovessero spostare in zone più appartate.

Fu con l’editto emanato da Napoleone, nel sobborgo di Parigi, a Saint Clou, il 12 giugno 1804, che organicamente si diede vita a nuove norme sui cimiteri.

Tale editto stabiliva che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, e che fossero tutte uguali. Si volevano così evitare discriminazioni tra i morti.

Queste norme non furono applicate subito, ma piano piano arrivarono a toccare tutti i cimiteri.

Non fu facile individuare un nuovo spazio consono ad essere il futuro cimitero di Pieve.

Dai documenti risulta che vi furono non poche proposte, discussioni e controversie tra il Curato, l’amministrazione e la stessa popolazione.

Nel 1835 -36 era scoppiata una terribile epidemia di Cholera morbus che quotidianamente mieteva numerose vittime e dopo aver percorso e seminato morte per tutta Europa, dai confini francesi fece la sua comparsa anche in territorio italiano.

Nel 1836 si decise quindi, per far fronte al possibile alto numero  di decessi a causa della malattia e quindi di sepolture, di collocare il cimitero in un campo di proprietà della Canonica.

Si cessò definitivamente di seppellire sul sagrato e si iniziò a traslare le salme in quello nuovo, che inizialmente si era pensato di costruire a Biata, sul retro del colle di San Sebastiano. Poiché però questa destinazione era pisterna e quindi poco o nulla soleggiata ed avrebbe comportato dei problemi per lo scavo delle tombe nel periodo invernale, si decise infine per l’attuale collocazione rivolta a sud.  

Per diverso tempo nei protocolli comunali si trattò di lavori di ampliamento del muro di cinta del cimitero e nel giugno del 1870 l’amministrazione comunale decise di “aprire la porta a mattina e chiudere quella verso settentrione”.

In un documento del 1882, scritto dal Rev. Don Chini, risulta che il nuovo cimitero, posto sotto San Sebastiano, era trascurato e lasciato nel più completo abbandono. Molti paesani che, percorrendo di anno in anno le vie del mondo per i loro commerci…vedevano sicuramente…tanti belli cimiteri…e ritornando a casa si dolevano ne vedere il loro camposanto ridotto quasi ad un prato, e ne parlavano spesso con il Parroco Don Chini.

Quest’ultimo, che già aveva avuto modo di lamentarsi con l’Amministrazione, perché alcuni Pievesi rubavano l’erba che era stata falciata sulle tombe per farne foraggio per gli animali, si rivolse al Comune… perché voglia permettere che nel nostro Cimitero venga fatta una radicale trasformazione e quindi abbellito, in modo da poter essere pareggiato a tanti altri fra i belli…Si tenne subito conto dei suggerimenti.

Venne posta al centro del camposanto una grande croce in pietra, fu aperta una nuova porta verso est…spalleggiata da due magnifici pilastri in granito e compìto da una bella e grande cancellata di ferro…

La superficie venne divisa in quattro parti uguali con sepolture numerate, separate da viali e vennero venduti a privati i posti lungo i muri e…si vede quanto i titolari ne adornano la tomba e quante lapidi vi sono, anche di bellissime che sarebbero ammirate fin nelle grandi città.

Il cimitero di Pieve è oggi considerato uno dei più interessanti del Trentino, con le suggestive tombe di famiglia legate alla paleoemigrazione dei Tesini.

E’ uno dei più nobili archivi di pietra lasciati da una scomparsa razza di itineranti nel mondo.

Nel 1886 il rappresentante sig. Pietro Pellizzaro propone che sia fatta l’impiantagione di alberi di ornamento lungo la linea della strada del cimitero…estendendo la piantagione anche al cimitero giù fino allo stradone…

All’entrata ovest si presenta una monumentale tomba-mausoleo che riporta in alto due epigrafi.

Una ricorda il tesino

FELICE AVANZO

QUI NATO IL 21 OTTOBRE DEL 1829

MORI’ A MILANO

IL 31 MAGGIO 1874

DOPO AVER CREATO IN PIETROBURGO

CON ONESTA ATTIVITA’ COMMERCIALE

LA FORTUNA DI SUA FAMIGLIA